Vi proponiamo una breve sintesi delle esperienze svolte dalla fascia giovanile della parrocchia durante i mesi estivi.
GRUPPO ADOLESCENTI (2^ e 3^ media)
|
Per una visione ampia cliccare sulla foto |
Dal 17 al 21 luglio 2019, presso
la "Casa Santi Sposi" a Bitonto, si è svolto il campo scuola dei
gruppi di 2^ e 3^ media, dal titolo "Quanta fretta, ma dove corri?"
I 26 partecipanti si sono confrontati
con la fretta che caratterizza le nostre vite, piene di attività e cose da
fare, che riempiono le nostre giornate, ma fanno passare in secondo piano
quelle che sono le cose che riempiono davvero la vita: le persone.
|
Per una visione ampia cliccare sulla foto |
Abbiamo quindi analizzato la
fretta nelle relazioni: con noi stessi (ci prendiamo mai un momento per stare
da soli e riflettere?); con gli altri (quanto pretendiamo dagli altri, ma
quanto diamo?); con i primi amori (la fretta caratterizza anche le relazioni
con i propri coetanei: si vuole provare tutto, bruciare le tappe, rischiando di
bruciare i sentimenti e le emozioni); con Dio (quanto siamo coerenti con le
scelte fatte, soprattutto dopo la Confermazione?). I ragazzi hanno apprezzato
la scelta del tema e hanno partecipato attivamente e con interesse alle
catechesi e
alle discussioni che ne seguivano.
|
Per una visione ampia cliccare sulla foto |
Hanno gradito molto anche i
laboratori pomeridiani, dove si sono confrontati con
immagini, musiche, giochi
e attività a tema, che alla fine scaturivano in una seria riflessione.
Momento importante e molto
sentito, la Veglia notturna, dove partendo da "IO", abbiamo scandito
le varie tappe: "IO...con?" e "IO...per?" per arrivare al
mattino con il risultato: "IO...con gli altri...per AMORE".
E' mancata una guida spirituale,
a nostro avviso figura molto importante per la crescita di fede degli
adolescenti. Nel complesso è stata un'esperienza davvero positiva, che ci
gratifica del lavoro svolto e ci sprona a proseguire su questa strada.
GRUPPO TOBIA
|
Per una visione ampia cliccare sulla foto |
Il campo scuola del Gruppo Tobia,
svoltosi nei giorni dal 28 agosto al primo settembre 2019, presso la struttura
Oasi San Giovanni di Altamura, è stata un'esperienza che indubbiamente ha
lasciato il segno. Il fulcro delle nostre discussioni nell'arco di quei cinque
giorni, seguendo la pista di re Davide dal primo libro di Samuele, è stata l'immagine del muro: non
come un qualcosa di lontano dalla nostra vita quotidiana, anzi tutt'altro. Noi
stessi abbiamo costruito, e costruiamo tutt'ora, muri. Magari per paura: paura
derivante da pregiudizi, paura di essere noi stessi e quindi paura di essere
giudicati dagli altri. Una paura che ci lega, ci blocca, non ci lascia muovere,
quasi come se fossimo dentro una prigione. Al tempo stesso però abbiamo visto
come, quando non utilizzato per separare, il muro possa pure diventare veicolo
di qualcosa di positivo. Il muro può accogliere i nostri disegni, i nostri
pensieri e quindi diventare, un po' come le pitture rupestri delle popolazioni
primitive, una testimonianza della nostra vita e del nostro essere. Ed
|
Per una visione ampia cliccare sulla foto |
è quello
che è accaduto con il muro da noi stessi costruito e che fisicamente ci ha
accompagnato nelle catechesi, muro sul quale giorno dopo giorno hanno preso
forma i frutti delle nostre riflessioni. Una cosa che possiamo dire essere
condivisa da tutti, è il fatto che in quest'occasione ci si sia sentiti molto
più coinvolti di quanto non sia accaduto in passato, a tal punto da aver
affrontato discussioni che mai ci saremmo aspettati di affrontare nel gruppo,
soprattutto in modo così sentito e acceso. Persino la partecipazione a momenti
maggiormente dedicati alla preghiera l'abbiamo vissuta in modo diverso, meno
disinteressato E questo è stato per noi molto importante, in quanto ci ha
permesso da una parte di rafforzare i rapporti tra noi, ma soprattutto di
legare maggiormente con componenti del gruppo dai
|
Per una visione ampia cliccare sulla foto |
quali di solito siamo sempre
stati un po' più lontani. Siamo riusciti ad apprezzare meglio la bellezza della
diversità che ci caratterizza; qualcuno ha avuto l'opportunità di riavvicinarsi
alla fede in un momento di dubbi e incertezze; altri hanno trovato la forza
necessaria per poter uscire da un momento buio della loro vita. Abbiamo sentito
realmente e intensamente la presenza di Dio vicino a noi. Speriamo vivamente
che questi sentimenti non restino relegati al campo scuola, ma che ci
accompagnino anche in tutto il resto del nostro cammino.
GRUPPO GIOVANISSIMI
|
Per una visione ampia cliccare sulla foto |
Nel giugno scorso era stato
stabilito che non si sarebbe organizzata nessuna esperienza estiva, dato che la
partecipazione dei ragazzi alla Messa domenicale e agli incontri era pressoché
scarsa durante il corso dell'anno.
Tuttavia i ragazzi, coscienti di
aver disatteso tutti i propositi fatti l'anno precedente e con la tenacia e la
caparbietà che li contraddistingue da sempre, hanno preso in mano la situazione
e in pochissimo tempo, dopo avergli indicato la tematica principale, si sono
premurati di cercare una struttura, fissare delle date, occuparsi delle spese e
della preparazione degli incontri di catechesi e di preghiera. A noi educatori
sarebbe spettato solo il compito di supervisionare il loro lavoro e preparare
il momento di deserto e la veglia notturna, perché volevano riflettere su
qualcosa "a sorpresa". "L'alba di una nuova era" è stato il
filo conduttore di questa esperienza, suddiviso in tre aree: "Chi sono
io", "Che rapporto voglio avere con Dio", "Che relazioni
intendo instaurare con gli altri".
|
Per una visione ampia cliccare sulla foto |
L'esperienza in generale, dalla
preparazione alle giornate trascorse insieme, ha prodotto dei risultati: la
comprensione dell'energia e del tempo che gli educatori investono per preparare
l'incontro, ritiri, campi scuola; l'importanza di collaborare, nonostante
disguidi e incomprensioni che possono sorgere lungo il cammino; il confronto
pacifico e costruttivo per appianare le discussioni e rinnovare la sinergia; il
desiderio di scoprire e riscoprire la Presenza di Dio nella loro vita, la
consapevolezza che anche loro possono essere dei punti di riferimento nella
vita degli altri; l'essere prevenuti e i pregiudizi su qualcuno o qualcosa non
sono mai un buon inizio.
Come educatori, abbiamo
apprezzato tutto quello che i ragazzi hanno dimostrato di saper e poter fare
tutto se solo si impegnassero in ogni ambito della vita. Per questo lasciamo un
gruppo di ragazzi che ha raggiunto una maturità tale da organizzare un campo
scuola di alto profilo e di alto spessore spirituale, al punto da mettere anche
noi educatori in crisi.
Siamo certi e coscienti di aver
piantato dei semi che, se coltiveranno, porteranno frutto. La strada è ancora
tanta, soprattutto per quanto riguarda il loro percorso di fede. Ci auguriamo
che la parrocchia impari a osservare le potenzialità, le fragilità e le
richieste di questi ragazzi, senza utilizzare questi aspetti per ferirli o
fermandosi solo alle apparenze.
Nessun commento:
Posta un commento